Quest'anno 2022 l'estate è iniziata presto e sarà una lunga estate calda, molto calda. Le mie vacanze estive sono finite e mi attende un agosto a casa. Sono entusiasta di vivere un'esperienza per me insolita. Solo il pensiero che eviterò le strade, le spiagge e i ristoranti affollati mi fa stare bene. In casa ho l'aria condizionata e la sopravvivenza è assicurata. Nonostante quello non ho voglia di stare molto vicino ai fornelli. Preparo i piatti veloci e i dolci non li faccio da una vita. Però ieri era il compleanno di mio marito e il pensiero che non ci sarà una torta mi tormentava. Potevo andare a comprarla, ma non mi piaceva l'idea e poi faceva troppo caldo. Ho esclamato eureka, nel momento in cui ho visto l'immagine di un dolce sepolto nella memoria. Da anni che non l'ho mangiato e non l'ho preparo, ed è un dolce tipicamente estivo. Mia madre me lo faceva spesso e io lo adoravo. Perché non lo faccio più, mi sono chiesta? Ho provato così tante nuove ricette che ho dimenticato quelle vecchie, le ricette semplici, forse troppo semplici. Ero emozionata all'idea di sentire di nuovo il sapore di schnee nokle e avevo anche un po' paura che non fosse come me lo ricordavo. Conosco bene la ricetta, ma ho voluto lo stesso leggere qualcosa a proposito su Internet. Mi piace approfondire ogni argomento. L'origine del dolce è francese e si chiama "Île flottante", in italiano "l'isola galleggiante". Non è né tedesco, né austriaco come pensavo io e non ho mai sentito in Italia nominare l'isola galleggiante. In casa avevo tutti gli ingredienti che sono praticamente solo questi tre: uova, latte e zucchero.
Ingredienti: - 1/2 litro di latte - 4 uova - 5 cucchiai da minestra di zucchero - 1/2 stecca di vaniglia oppure 1 bustina di zucchero vanigliato Mentre si scalda il latte con la vaniglia, montate gli albumi con un pizzico di sale a neve ferma e all‘ultimo aggiungete 1 cucchiaio di zucchero continuando a montare ancora per un minuto. Quando il latte inizia a bollire e il momento di appoggiare "le isolette", che sono le cucchiaiate di albume, sulla superficie del latte e cuocerle 1 minuto per lato. Poi tiratele su e mettetele nella ciotola capiente dove dopo verserete la crema. Il prossimo passaggio è fare la crema. Sbattete i tuorli con 4 cucchiai di zucchero finché non diventano spumosi. Versateci sopra a filo il latte bollente e riportate a bollire. L'ideale sarebbe farlo a bagnomaria, ma si può fare anche senza. L'importante è girare bene con il cucchiaio di legno la crema a fuoco molto basso e spegnerlo quando inizia ad addensarsi. Mi raccomando, la crema deve rimanere piuttosto liquida. Fine della preparazione. Non resta che versare la crema nella ciotola dove sono gli albumi cotti che a questo punto diventeranno delle vere isole galleggianti. Per rendere questo dolce più bello e più appetitoso alcune ricette suggeriscono di preparare il caramello e versarlo sopra gli albumi. Io, invece, infilo tra "le isole" i biscotti (4 biscotti sono sufficienti) e poi cospargo il tutto con il cioccolato fondente grattugiato. Così lo faceva mia madre e io rimango fedele a questa ricetta. Naturalmente, si possono fare anche le mono porzioni nei bicchieri carini. Basta poco che un dolce così semplice diventi il protagonista della tavola. Quasi dimenticavo una cosa importantissima; quando non è più caldo si mette in frigo e si serve freddo. Le mie schnee nokle, continuo a chiamarlo così, alle 11 di sera erano ben fredde. Sono uscita a cena con marito perché come ho detto all'inizio era il suo compleanno. Ho scelto un'osteria vicino a casa che mi piace molto. La serata non era troppo calda e cibo e vino erano ottimi. Il dessert non l'abbiamo preso. Dopo una passeggiata notturna al ritorno a casa non vedevo l'ora di assaggiare il dolce e sentire l'opinione del festeggiato. Quando è arrivato il momento di infilare il cucchiaio nella crema e staccare un pezzettino "dell'isola" ho già capito che era perfetto, senza assaggiare. Mio marito ha detto che non ha mai mangiato schnee nokle così buone. Io non le ho fatte mai così buone e il gusto era proprio quello che ricordavo. Ero felice come quando ero piccola e aprivo il frigo e mi trovavo davanti una bella ciotola piena delle isole galleggianti.
0 Comments
La siciliana (torta di ricotta) (3 foto)
E' da tanto che non cucino. Sfortunatamente il non cucinare, nel mio caso, non è sinonimo di perdita di peso. Cucinano prevalentemente gli altri per me, era questo che intendevo. Mi farebbe bene perdere quei tre, quattro, cinque chili presi dall'inizio di questa improvvisa pandemia ma temo che questa operazione dovrà aspettare ancora un pochino di tempo. Ricordo sempre una mia amica e il suo discorso che riguarda gli anni che passano. Mi diceva sempre che con l'età si tende ad allargarsi, naturalmente anche il metabolismo cambia per la maggior parte di noi e mentre il peso aumenta la voglia di mettersi a dieta diminuisce sempre di più, cosa che confermo. Dell'attività fisica meglio non parlarne perché proprio non riseco a farla e non mi piace. Vorrei tantissimo farmela piacere ma è un'impresa impossibile. Dicevamo… la pandemia. Dopo due anni chiusi in casa non se ne poteva più. Prima di questo particolare momento storico, mi piaceva viaggiare e questa è la cosa che forse mi è mancata di più. Non sono una grandissima viaggiatrice come alcuni che conosco ma uno, due posti nuovi l'anno mi piace vederli. Ultimamente, niente di nuovo all'orizzonte. Poi un bel giorno, inaspettatamente, ho venduto casa che avevo in un'altra città. Vicino alla casa ci abita una mia carissima amica che non vedevo da tanto. Una sera ci siamo viste davanti ai nostri soliti bicchieri di prosecco e abbiamo ricordato alcuni viaggetti carini che abbiamo fatto insieme. Ad un certo punto mi propone di mettere in pausa tutto questo delirio italiano con il green pass, tamponi, eccetera e di partire insieme a lei per un mese in sud America. Neanche abbiamo finito di sorseggiare il nostro prosecco che avevamo già acquistato i biglietti per la metà di gennaio ed ora eccoci al caldo. La destinazione scelta è il suo paese di origine, l'Argentina. Per ora è un'esperienza bellissima e molto rilassante. Le giornate scorrono lente, spesso stiamo in silenzio, mangiamo in qualche ristorante vicino alla spiaggia che frequentiamo di solito e siamo felici. La mia amica non ama cucinare, dice di non essere brava anche se io resto dell'opinione che non sia vero. Negli ultimi giorni abbiamo sentito la mancanza di un dolce fatto in casa. Coordinare i nostri gusti non è facile. Lei è l'unica persona che conosco la quale non mangia la cioccolata! Fortunatamente mi sono ricordata di una torta mangiata nel mio paese di origine che secondo me poteva soddisfare i gusti di entrambe. Siete curiosi? Venite con me in cucina! Per realizzare questa ricetta vi serviranno: - 115 g noci (tagliate grossolanamente) - 150 g burro - 150 g zucchero (ho messo un po' di meno) - 5 uova - scorza di arancia - 150 g ricotta - 40 g farina - 4 cucchiai marmellata albicocche - 2 cucchiai brandy - 50 g cioccolato a scaglie Iniziamo a preparare questa torta tagliando grossolanamente le noci. Potete tagliarle con il coltello oppure, come preferisco io, con il frullatore utilizzando il tasto pulse. Quando avete pronte le vostre noci, prendete una padella antiaderente e fatele tostare leggermente stando attenti a non bruciarle. Ora procedete montando il vostro burro a temperatura ambiente con lo zucchero e una volta che avete ottenuto una bella crema aggiungete i tuorli d'uovo, la scorza d'arancia, ricotta, farina e infine le noci tostate. I bianchi d'uovo sbatteteli a neve ferma insieme allo zucchero restante e incorporate il tutto molto lentamente alla crema ottenuta con i tuorli, mescolando a mano dal basso verso l'alto. Scegliete la tortiera che preferite, tonda oppure quadrata, mettete per prima cosa la carta forno per non far attaccare l'impasto e una volta che avete fatto questa operazione versatelo sopra e mettete al forno che avete precedentemente riscaldato a 200-220 gradi. Fate cuocere 30 minuti circa a 150-180 gradi. Una volta pronto (fate sempre la prova stuzzichino), lasciate riposare il vostro dolce all'interno della tortiera che avete scelto e poi mettetelo su un piatto di portata. La marmellata di albicocche mescolatela con 2 cucchiai di brandy e infine spalmate il tutto sulla superficie di questo gustoso dessert. Concludete il lavoro mettendo sopra delle scaglie di cioccolato fondente. Naturalmente la mia amica ha evitato di fare quest'ultima operazione. Buon appetito! Conosco tante ricette con le mele perché i dolci con le mele sono i miei preferiti. Da due mesi non ho fatto una torta e non ho mangiato un dolce. Non sono proprio a dieta, ho solo deciso di darmi una regolata. Dopo il lungo periodo invernale passato in casa, quest'anno peggio del solito per quel virus di cui non posso più sentire il nome, avevo bisogno di perdere un po' di peso . Ecco, ho ammesso e confesso che non ho ottenuto un gran risultato. Tutto sommato il mio “sacrificio” corrisponde al risultato. Una mia amica nello stesso periodo ha perso 8 chili. Quando ci siamo viste per una apericena, mi ha detto che da due mesi non ha mangiato il cibo “vero” del tipo, un trancetto di pizza. La mia attenzione nella scelta del cibo meno calorico mi ha comunque dato un ottimo risultato; non sono aumentata di peso. Sono tipo di persona che vede il bicchiere mezzo pieno, sempre.
Ieri sera ho preparato lo strudel perché avevo 6 fogli di pasta filo che mi sono avanzate dalla torta salata che ho fatto un paio di giorni fa. Lo strudel fatto con pasta filo è poco calorico e molto buono. Da quando ho scoperto che al supermercato Conad si trova la pasta filo (un prodotto greco), la uso per tante ricette. Di regola la parola “pita” indica tipo di preparazione con questa pasta fatta di farina ed acqua. Per farla in casa o meglio per stenderla ci vuole la manualità. Io uso quella pronta che si presenta come un rotolo di fogli. Ingredienti: - 4 grosse mele (1 kg più o meno) - succo di mezzo limone - 1 cucchiaino di cannella - zucchero di canna, 1 o 2 cucchiai - l'uvetta a piacere - qualche cucchiaio di pangrattato o fette biscottate sbriciolate (2-3) - l'olio per ungere la teglia e la pasta Il ripieno si prepara in seguente modo: lavate e sbucciate le mele e poi le grattugiate a fori grossi con la grattugia che usate per il formaggio. Altri ingredienti elencati sopra sono il condimento che si aggiunge alle mele però senza pangrattato che serve per assorbire il liquido in accesso e si cosparge sulla pasta. L'ingrediente essenziale per tutti i tipi di dolci con le mele e la cannella e io non la avevo. Ero incredula che sono rimasta senza, ma poi mi sono ricordata da quanto tempo non faccio i dolci. Ovviamente che non mi serviva e mi sono dimenticata di ricomprarla. Ho deciso che lo strudel senza cannella è buono e così è stato. Forse la cannella è sopravalutata? Siccome i fogli di pasta filo sono molto sottili si usano doppi. Appoggiate un foglio su un canovaccio inumidito e spruzzate un po' d'olio di semi (potete usare anche il burro sciolto). Secondo foglio di pasta lo mettete sopra e ancora un pochino d'olio. Prima di distribuire il ripieno preparato e diviso in tre parti, bisogna leggermente strizzarlo con le mani. Il succo che avanza è ottimo da bere. Sulla pasta preparata, prima si cosparge il pangrattato e poi il ripieno in modo irregolare lasciando la parte finale libera. Con l'aiuto di canovaccio si forma il rotolo e appoggia sulla teglia del forno oliata. Mentre facciamo questa operazione, il forno si riscalda e quando è a 180°/200° e tre rottoli sono pronti, si inforna. Prima di infornarli si passa la superficie della pasta con l'olio. Cottura è di 30 minuti. Le ricette semplici sono spesso incredibilmente complesse e lunge da spiegare e raccontare. Vale la pena in questo caso impegnarsi a capire il procedimento. Quando si comprende la base di qualsiasi cosa diventa facile costruire e creare le varianti. Cucina è il luogo ideale per le persone creative. Tanti dicono che li rilassa cucinare e li capisco. Si potrebbe dire che è una specie di meditazione nel caso quando si fa con l'attenzione e concentrazione. In questo caso da una sensazione di relax. Invece lavoro in cucina di un ristorante si sa che è molto stressante. Sono i modi di lavorare che fanno la differenza, ma è un altro tema. Godiamoci lo strudel quasi dietetico e proviamo a inventare le altre pietanze con pasta filo. L'unica cosa sfavorevole è che bisogna accendere il forno e d'estate non è il massimo (per fortuna ho l'aria condizionata). Purtroppo sono i piati che mi piacciono di più e proprio d'estate ho tanta voglia di mangiarli. Ho detto che ho voglia di mangiarli, ma non di cucinarli. Il primo Natale insieme. Dopo anni e anni di singletudine. Si cerca una torta particolare da mettere a tavola oppure no? Ma certo che si cerca. Ho iniziato direi con largo anticipo, una settimana circa o forse anche di più. Parlando più lingue mi piace cercare ricette internazionali. Ho iniziato con i dolci tradizionali italiani ma essendo io ora cittadina italiana espatriata all'estero per amore era difficile reperire la maggior parte degli ingredienti di cui avevo bisogno. Il mio attuale Paese di accoglienza è il mio natale, la Croazia. La mia ricerca è proseguita con le ricette croate. Purtroppo non mi hanno convinta: troppi grassi, troppo elaborate.
Così passavano i giorno e non trovavo niente. Nel frattempo avevo fatto due spese piuttosto consistenti e mi era arrivato un pacco contenente del cibo italiano. Come se non bastasse sono stata invitata ad una festa di compleanno due giorni prima di Natale. Non trovando nessuna ricetta interessante (ho fatto tante torte ultimamente) e avendo capito di non avere, a quel punto della situazione, molto tempo ho deciso di utilizzare gli ingredienti che avevo già nella mia fornitissima dispensa (compresa la consegna arrivata dall'Italia), anche perché andare in giro per i supermercati ai tempi del Coronavirus alla vigilia di Natale non mi era sembrata un'idea saggia. Quali erano gli ingredienti che avevo a portata di mano? Agrumi, amaretti, uova, burro e cioccolato. Se nella vostra ricerca utilizzate l'inglese i risultati vi sorprenderanno! Finalmente avevo trovato quello che cercavo. Siete curiosi? Venite con me nella mia nuova cucina. Per realizzare questo dolce vi servirà: - Carta forno - Tortiera a cerniera - 120 g cioccolato (metà fondente 70%, metà al latte) - 100 g mandorle private della loro pelle - 100 g amaretti - 113 g burro temperatura ambiente - 94 g zucchero (io ho usato di canna) - Arancia - 4 uova Iniziate prendendo la tortiera e foderatela con la carta forno. Per stare sicuri imburrate anche i bordi. Ora, mettete da parte. In un mixer tritate gli amaretti e le mandorle. A bagnomaria sciogliete il cioccolato. Ricordandovi che la procedura consiste nel utilizzare due pentole, una sopra e l'altra sotto e facendo toccare l'acqua alla pentola che metterete sopra, ossia quella in cui scioglierete il vostro ingrediente. Ora avete quasi tutto pronto per assemblare la torta. In una ciotola non troppo grande mettete il burro e lo zucchero e mescolate per bene con un battitore elettrico. Deve diventare cremoso. Una volta che avete ottenuto la crema incorporate le uova, uno alla volta. Proseguite unendo la cioccolata e mescolate dolcemente. Alla fine aggiungete il trito di biscotti e mandorle e grattugiate lo zeste di un'arancia. Mescolate il tutto senza esagerare. Mettete il composto ottenuto nella vostra tortiera e infornate a metà forno a 180 gradi per 30/35 minuti. La cottura dipenderà dal forno. Il mio è abbastanza forte e dopo 30 minuti ho dovuto mettere sopra la torta una foglia di alluminio per non farla bruciare. Il risultato è buonissimo, per niente dolce, umido dentro e allo stesso tempo ha una leggera croccantezza dovuta alle mandorle tritate che dà un equilibrio eccellente. Provate! E sapete un'altra cosa? Il giorno dopo è ancora più buona! Buon appetito e alla prossima ricetta. Quando hai le amicizie multietniche hai una cultura culinaria molto ampia. Ho conosciuto molti piatti grazie agli amici. Ieri, quando mio marito ha detto che da quando abbiamo cambiato casa non si sente il profumo di dolce mi sono ricordata della mia amica Paula. Devo precisare che abitiamo nella nuova casa da sole tre settimane e mi piace fare le torte. Perché mi è venuta in mente Paula? Lei è una cuoca eccellente ed è solare e calda come il Brasile. Non ci sono ancora stata, ma ho fatto la promessa che un giorno andrò a trovarla. Le sue torte erano ricche, abbondanti, fatte per la famiglia numerosa e gli amici. L'atmosfera intorno a lei era sempre rilassata, Paula illuminava tutto ciò che la circondava. Mi manca e ogni tanto riempio questo vuoto con qualche buon boccone come questo dolce brasiliano. Tra parentesi, Bombocado significa proprio "buon boccone". Ho trovato il foglio di carta scritto con la sua mano e ho deciso che sarà il primo dolce che preparerò nella nuova casa. La semplicità di esecuzione oltre agli ingredienti altrettanto semplici mi ricordano i dolci fatti dalla nonna. Le misure fatte di tazze e cucchiai senza l'uso della bilancia. Esistono le numerose varianti di questa torta maggiormente con l'uso delle scaglie di cocco e del latte di cocco. In questa ricetta non c'è ne sono ma vi assicuro che è buonissima. Ingredienti: - 4 tazze di latte - 3 uova - 2 cucchiai di burro temperatura ambiente - 2 cucchiai di farina "00" - 2 tazze di zucchero - 1 e 1/2 tazza di farina di mais - 1 busta da 1 etto di parmigiano grattugiato - 1 bustina di lievito per i dolci NOTA: la tazza da the e il cucchiaio da minestra sono i misurini da usare. Devo ammettere che sono rimasta un po' perplessa quando ho visto tra gli ingredienti il parmigiano. Il formaggio si sente appena, dà un sapore molto piacevole alla torta e si sposa benissimo con il mais e il latte. Tutti gli ingredienti si mettono nel frullatore insieme, eccetto il lievito che va aggiunto all'ultimo. L'impasto va versato in una tortiera rettangolare (30 x 20), imburrata e infarinata e messo nel forno riscaldato a 180 gfradi. Dopo 30 minuti conviene controllare la cottura per non lasciare che si asciughi troppo. La torta deve rimanere cremosa e il momento migliore per mangiarla è quando è ancora tiepida. Tagliatela a quadratini e se vi avanza potete conservarla per 2 o 3 giorni chiusa nel contenitore dove non si secca. Una volta ho portato bombocado ad una festa e ho fatto felice una ragazza brasiliana. Non sapevo che ci sarebbe stato qualcuno da quelle parti e mi ha fatto tanto piacere far felice qualcuno. Fatelo anche voi! Alla fine, vorrei raccontare un altro episodio, un ricordo affiorato in questo momento. Ad una cena a casa di Paula quando era presente una ragazza brasiliana, la sua ospite, io ho portato la polenta e osei. Quel giorno siamo stati a Bergamo e ho comprato questo dolce che mi piace molto. Siccome è fatto con la farina di mais ho pensato che potrebbe essere del gradimento dei presenti a cena. Mi ricordo bene l'espressione della ragazza seduta di fronte; aveva l'aria disgustata ed era ovvio che si sforzava di nasconderlo. Mangiare il dolce intero è stata una vera tortura. Comunque, ha mangiato tutto come ogni bravo ospite che si rispetta. Mi è dispiaciuto per lei, poverina, ma d'altronde a chi non è capitata una situazione del genere? La gente che viaggia sa benissimo che il miglior modo per avvicinarsi alla popolazione del luogo è condividere il loro cibo. Il cibo offerto va sempre mangiato con il sorriso e la gratitudine. La "pita", in questo caso, non è un tipo di pane, come pane arabo, ma un tipo di dolce che non è né torta, né crostata. Nei Balcani il termine "pita" si usa per diversi piatti dolci e salati come per esempio burek.
Gli ultimi anni questo dolce preparo per l'ultimo dell'anno con il ribes rosso surgelato. Purtroppo, non ho più possibilità di trovarmi a casa di mia madre quando matura il ribes nel suo giardino. Una volta, e mai più, ho fatto la pita con il ribes comprato al supermercato. Il risultato era deludente; non centrava niente con il sapore che ricordavo. Mia madre sapendo quanto mi piace la pita di suo ribes rosso, lo raccoglie e lo mette nel freezer per me. L'amore è l'ingrediente principale e gli altri hanno l'importanza minore. Mangiare un piatto preparato dalla mamma ha un altro sapore e non c'è niente da fare. Sono questi i sapori che ci rimangono impressi e che risvegliano i ricordi. Dopo questo discorso mi è venuto il dubbio: perché scrivere la ricetta per una cosa quasi impossibile da trovare, il ribes rosso che cresce nel giardino di propria madre? Potrei aggiungere l'altra ricetta con le pesche sciroppate che è molto buona ed è facile a comprarle già pronte. Domani è un altro giorno e adesso bisogna finire quello che ho iniziato, se no mio marito non sarà contento (ed io ci tengo a lui). Ingredienti per l'impasto: - 250 g farina - 150 g burro - 100 g zucchero - un pizzico di sale - mezza bustina lievito per i dolci - 2 cucchiai di panna acida (oppure l'acqua fredda o il latte) Impastare e lasciare per 15 minuti nel freezer. Stendere la pasta e metterla in uno stampo precedentemente imburrato e infarinato. Il forno deve essere già riscaldato prima di cottura. Basteranno intorno 15 minuti a 180 gradi. Quando prende un po' di colore, cioè diventa leggermente dorata si toglie dal forno e prima di mettere il ribes rosso (1/2 chilo) si cosparge con un cucchiaio di pangrattato. Sopra il ribes si stende la crema preparata con: - 5 albumi - 200 g zucchero - 1 cucchiaio farina - 1 bustina di vanillina Sbattere gli albumi con lo zucchero e la vanillina e quando tutto diventa spumoso aggiungere la farina. Infornare per altri 15 minuti abbassando la temperatura a 160 gradi. Pita di ribes si mangia fredda. Non è molto dolce e tra l'altro mi piace anche per questo. Mi piace la sensazione in bocca quando schiaccio la palina di ribes e il gusto acidulo che si in un attimo perde nella copertura dolce di crema morbida sopra e la pasta dura sotto. Wow! Come ho raccontato bene cosa si prova mangiando questo dolce per me speciale. Non riuscirò mai a farlo così bene come lo fa la Fiammetta Fadda, ma ho provato. Siccome delle torte di mele ce n'è una varietà infinita, ho chiamato questa con il nome di mia figlia Linda (c'è anche un marchio famoso delle mele). Preparazione richiede poco tempo e non bisogna accendere il forno. Anche i bambini riescono a farla e per gli adulti pigri è il top, perché con il minimo sforzo si ottiene un risultato notevole. È il dolce d'infanzia e dell'estate, fresco, morbido e goloso. Ogni volta che lo preparo ho la conferma che la semplicità è vincente.
Le mele più buone che esistano crescono nella zona dove i miei genitori trascorrono l'estate. Quelle mele sono piccole, profumate e sempre prese d'assalto dagli uccelli, api e altri insetti. Anche i maiali della vicina di casa si nutrono di quelle mele. Una volta personalmente ho raccolto le mele cadute per terra, le ho messe in un grande secchio e ho portato l'offerta ai maiali. Quando c'è abbondanza nessuno rimane a bocca asciutta, ognuno prende quantità desiderata senza il pensiero di fare la scorta. Intanto quelle mele non si possono conservare; bisogna consumarle immediatamente. Magari per questo sono così buone e hanno un sapore così intenso. Sono un concentrato della vita che non si conserva, ma si consuma subito. Mi piace condivisione dei beni tra gli umani e gli animali. Direi che sia un buon presupposto per la convivenza pacifica. Stranamente gli uomini da quelle parti non dimostrano quasi nessun interesse per le mele; è il frutto delle donne. I maschi apprezzano le prugne perché da loro si fa la grappa, slivovica. Finché c'è grappa, c'è il buon umore, ma quando finisce rimane la speranza di ritrovare una bottiglia nascosta e recuperare il buon umore. Chi nasconde le bottiglie è chiaro, ma non il perché. Alle donne che nascondono le bottiglie non piacciono i loro compagni allegri? È un gioco per testare l'abilita dei uomini a fiutare l'odore dell'acquavite? Ci devo riflettere su questo argomento e prossima estate indagherò sul campo di mele. Per non perdermi nei ricordi che mi stanno allontanando dalle mele e per non trascurare le prugne che meriterebbero una ricetta, eco gli ingredienti per la torta Melinda: - 1 kg di mele - 200 g di zucchero - 600 ml d'acqua - 2 bustine di budino di vaniglia - 1/2 cucchiaino di cannella - 250 g di biscotti secchi tipo petit bureau (Zuppalatte di Colussi vanno benissimo) - 250 ml di panna fresca da montare - 50 g di cioccolato fondente grattugiato per la decorazione La procedura è seguente: Sbucciare le mele e tagliarle a piccoli cubetti è la parte più difficile, sempre se si può parlare delle difficoltà in questo caso. Versarle in una pentola e coprirle con 400 ml d'acqua (200 ml serviranno dopo per scogliere il budino). Aggiungere lo zucchero tenendo il conto della dolcezza delle mele e cuocere 10/15 minuti. Stemperare 2 bustine di budino con 200 ml d'acqua e versare il composto nelle mele, continuando la cottura per un paio di minuti. Quando la crema è pronta, aromatizzatela con la cannella. Foderare una teglia con metà dei biscotti e versare la crema calda. Coprire con il resto dei biscotti e lasciare raffreddare. Montare la panna con 1 cucchiaio di zucchero a velo e spalmarla sulla torta. Il tocco finale con scaglie di cioccolato è facoltativo, ma non solo decorativo... si sposa molto bene con tutto il resto. Non ditemi che la panna si potrebbe anche evitare per via delle calorie che porta. Già un dolce senza burro e con poco zucchero è dietetico. Quasi ho dimenticato di scrivere la nota che riguarda il budino: se il budino è zuccherato non serve l'altro zucchero. Torta Melinda vi conquisterà, ne sono certa. Buon appetito e buona estate! Il dolce delle feste Natalizie croate e il "cavallo di battaglia" di mia suocera. Ogni anno prepara grande quantità di "orehnjacia" per tutta la famiglia; una delle ricette dolci più coinvolgenti. E' uno dei miei dolci preferiti che spesso congelo, certamente un pezzettino, e lo faccio per farlo durare di più. Domenica scorsa abbiamo finito lo strudel di noci scongelato, che era quasi buono come appena fato. Mia figlia mi ha chiesto se io lo avessi mai fato. La risposta era no e il motivo e che non mi piace fare i dolci che i famigliari già fanno molto bene. Non voglio mettermi in competizione, ognuno deve avere la sua specialità. Nel mio caso, sinceramente, sarebbe difficile stabilire quali sono le mie specialità.
Mio marito è sempre attaccato a Forex, cercando di guadagnare qualche soldo in più. Pertanto, anche io mi devo trovare qualche occupazione e così sono in continua ricerca dei sapori nuovi. Faccio sperimenti di ogni genere e quando cerco una ricetta ne leggo tante e spesso finisco a farla a modo mio. Anche questa volta l'ho fatto perché non volevo fare tanta quantità di strudel e così ho diminuito le dosi. Un altro motivo era anche che non mi piace quando c'è troppo ripieno. Volevo fare una cosa bilanciata tra l'impasto e il ripieno, e sono riuscita. Il risultato era ottimo ed è stato confermato anche dalla durata del tempo passato dalla realizzazione e alla sparizione del dolce; neanche due giorni interi. Il mio strudel di noci non assomigliava per niente a quello che fa mia suocera, ma mi ha ricordato alla gubana, un dolce friulano. Una volta tornando da Fiume ho sbagliato la strada e sono finita a Udine dove ho comprato la gubana. Le scoperte per caso in tutti campi sono una cosa abbastanza diffusa. Imparare sbagliando va bene, ma anche ascoltando i consigli di esperti in matteria. Il mio amico Corrado, il panettiere, mi ha spiegato il processo di lievitazione. Come i dolci con lievito sono la mia passione, per me è stata una grande lezione. Per fare un buon strudel di noci è molto importante la lievitazione. L'impasto deve raddoppiare di volume ed il tempo dipende dalla temperatura d'ambiente. Ecco le dosi per l'impasto: - 300 g farina - 200 ml latte - 60 g zucchero - 60 g burro - 2 rossi d'uovo 20 g lievito fresco scogliere nel latte tiepido (una tazza da caffè) con un cucchiaino di zucchero e un cucchiaio di farina. Quando diventa schiumoso aggiungerlo nella farina insieme con altri ingredienti. Sbattere con un cucchiaio di legno finché non inizi a staccarsi dalle pareti del recipiente. Coprire con un pano e lasciare in un posto preferibilmente caldo a lievitare. Nel fra tempo preparare il ripieno: - 300 g noci tritate - 100 g zucchero - 200 ml latte - 50 g uvetta - 1 bustina vanillina - 1 cucchiaino cannella - 1 bicchierino di grappa o rum Ammollare l'uvetta nella grappa, bollire il latte e versarlo sulle noci con zucchero. Aggiungere vanillina, cannella e uvetta. Stendere l'impasto e spalmarlo con il ripieno lasciando una striscia vuota in mezzo. Arrotolare su sé stesso da ambedue lati, tagliando a metta sulla linea vuota ottenendo due cilindri. Appoggiarli in una teglia lasciando spazio vuoto tra i bordi e tra l'impasto. Un'altra ora di riposo, sempre coperto con il pano. Riscaldare il forno a 200 gradi. Spalmare con rosso d'uovo l'impasto prima di infornarlo e cuocerlo intorno 50 minuti. Se la superficie inizi a prendere il colore troppo velocemente, proteggetela con la carta di alluminio. Lasciate raffreddare lo strudel sulla griglia prima di tagliarlo. La torta spesso ha un nome femminile, anche in questo caso è così perché Andrea è il nome della ragazza per la quale ho preparato la torta. È inutile discutere sui nomi, Andrea maschio o femmina? In Italia è maschio e nel resto del mondo femmina. Comunque, per la precisione la ragazza in oggetto è degli Stati Uniti. L'anno scorso ad Andrea è stata diagnosticata l'intolleranza al glutine, la stessa malattia che ha anche la sua madre. Qualche tempo fa è venuta a trovare i zii a Milano che hanno organizzato una cenetta in casa. Siamo stati invitati e mi sono offerta a preparare una torta, rigorosamente senza glutine. Mi sono ricordata di una ricetta, che ho avuto da una amica tanto tempo fa, che non contiene la farina e di conseguenza è senza glutine, “gluten-free”. L'avevo già esperimentata tanto tempo fa e ho deciso di rifarla. Questa torta sicuramente non è nata come ricetta gluten-free, ma senz'altro arricchirà il ricettario dei dolci senza glutine. Ingredienti per il primo impasto sono: - 200 g nocciole tostate tritate - 10 rossi d'uovo - 10 cucchiai di zucchero - 100 g cioccolato fondente grattugiato - 1 bustina di lievito per i dolci, senza glutine Sbattere i rossi d'uovo con lo zucchero e aggiungere il resto. Versare l'impasto in una tortiera foderata con la carta da forno e cuocere a 175 gradi per circa mezz'ora. Ingredienti per il secondo impasto: - 10 albumi - 10 cucchiai di zucchero - 1 limone, succo - 200 g mandorle spelate tritate Montare gli albumi con lo zucchero versando piano il succo di limone. Aggiungere le mandorle e infornare a 175 gradi per un'ora. La crema è la terza parte, quella finale che si prepara il giorno precedente facendo bollire: - 600 ml panna fresca - 100 g cioccolato fondente - 3 cucchiai di zucchero Si lascia raffreddare tutta la notte nel frigo e il giorno seguente si monta la panna che diventa la mousse al cioccolato. La parte bianca con le mandorle si appoggia sulla parte scura, naturalmente quando tutte le due parti si sono raffreddate, e si spalma con la crema. Per l'effetto che si vede sulla foto, ho usato una pallina con un tubicino dentato attraverso quale esce la crema. Facendo la pressione sulla pallina si creano le piccole torri. Niente male il risultato finale! La storia che sto per raccontarvi risale a parecchi anni fa. Il bambino di una mia amica era, ed è, un amante di dolci. Da quando aveva tre anni aiuta sempre la sua mamma a frullare i vari ingredienti, per non menzionare il suo interesse per i programmi televisivi di cucina. Dovete anche sapere che sia io che la mamma del bambino amiamo i dolci e ci piace provare nuove ricette e quando faccio la pasticcera molto spesso è proprio suo figlio a stare con me in cucina. E' un momento tutto nostro, risate e musica in sottofondo comprese. Purtroppo abitiamo in due nazioni diverse e questi momenti non capitano con la frequenza che vorrei. Alla fine degli anni Novanta, inizio nuovo millennio, ero incollata davanti al televisore per seguire una celebre serie televisiva ambientata a New York, una città che ho visitato ma senza soffermarmi ai loro cupcake. A dire il vero all'epoca ero troppo giovane per assemblare da sola un dolce. Ricordo una scena in cui le due protagoniste erano sedute sulla panchina di legno davanti alla celebre Magnolia bakery a mangiare una mini torta che gli americani chiamano cupcake. Come potete immaginare esistono delle varianti infinite, quelli più semplici come per esempio al limone fino a raggiungere l'interno riempito di marmellata con sopra la glassa al burro di arachidi. Comunque sia, un giorno di tanto tempo fa la Red velet cake aveva attirato la mia attenzione. Assolutamente non per il gusto, pieno di burro, ma per il colore rosso dell'impasto. Il figlio della mia amica, il mio assistente pasticciere avrà avuto sette anni circa. Con grande entusiasmo gli dico che avrei portato il colore per farla il giorno del suo compleanno che coincide con il Natale. Era felicissimo. Avevo anche studiato tutta la procedura e capito che era troppo lunga e complessa in più non ero per niente convinta del sapore. Le creme al burro non mi entusiasmano. Il flacone rosso era rimasto per anni nella mia seconda casa e al bambino continuavo a promettere che avremmo fatto la torta. E così sono passati anni. Lui ha appena compiuto tredici e io non ho scusanti. Ho portato il flacone nella mia prima casa e mi dispiaceva buttarlo e così ho trovato una soluzione più semplice e divertente per fare la torta, trasformarla in un cupcake. Nel frattempo avevo anche iniziato a seguire su Youtube una ragazza italo americana molto simpatica e ho cercato la ricetta sul suo canale. Il primo tentativo, per quanto riguarda il colore, non è stato all'altezza delle mie aspettative. Mentre aggiungevo il colorante, l'impasto era rosso ma in cottura il colore è scomparso. Forse perché avevo usato un colore liquido, non so. Il secondo tentativo è riuscito meglio in quanto ho usato un colorante in gel ma non ho ancora raggiunto la tonalità di rosso che desidero. Anche la seconda volta, in cottura, si è leggermente perso. Dal rosso al bordeaux scuro. Farò altri tentativi per non fare brutte figure quando io e il mio piccolo amico inforneremo insieme. La questione del colorante è puramente scenografica. Se decidete di non metterlo il gusto sarà identico ma non sarà rosso. In ogni caso la ricetta che sto per darvi è davvero ottima. La base, per niente dolce e incredibilmente soffice, si sposa perfettamente con la crema al formaggio che è molto dolce ma quando mordete la vostra piccola torta si crea un perfetto equilibrio in bocca. Siete curiosi? Per fare 11 cupcake vi serviranno: - 156 g farina - 29 g cacao - 2 g bicarbonato - 2 g sale - 2 g lievito per i dolci - 57 g burro temperatura ambiente - 150 g zucchero - 183 ml latticello (metà latte, metà yogurt più 2-3 gocce limone) - 1 uovo - 5ml estratto di vaniglia - colorante rosso a piacere Per la crema: - 240 g zucchero a velo - 110 g formaggio morbido (Philadelphia) - 30 g burro - 15 ml latte - 5 ml estratto di vaniglia Accendete il forno a 180 gradi. Iniziate mettendo in una ciotola zucchero e burro e frullate bene per far amalgamare il tutto. Aggiungete l'uovo, la vaniglia e continuate a frullare. In un piatto mettete tutti gli ingredienti secchi (farina, cacao, sale, lievito, bicarbonato) e mescolateli con un cucchiaio. A questo punto aggiungete metà del composto secco nel contenitore dove stavate frullando, mettete metà di latticello e poi ancora il rimanente del composto secco e latticello. Spegnete il frullatore e prendete una spatola di legno. Mescolate dal basso verso l'alto e aggiungete il colorante rosso. Siete pronti per infornare. Il composto deve essere versato nei piccoli cestini che avrete precedentemente inserito nella teglia fatta proprio per i cupcake in modo che trattengano la forma. Io ho usato un piccolo mestolo per velocizzarmi ma l'ideale sarebbe comprare il cucchiaio per il gelato. Infornate per 15/20 minuti. Dopo 15 minuti fate la prova stecchino e se è pulito, tirateli fuori. Mentre i vostri cupcake si raffreddano, fate la crema. In un contenitore mettete tutti gli ingredienti per la crema e frullate bene. Quando la base del vostro dolce sarà fredda decoratelo con la crema al formaggio senza metterne troppa, altrimenti sarà troppo dolce. Vi auguro buon appetito. In agosto 2013 abbiamo passato tante piacevoli ore in un ristorante a Fiume, Croazia dove ci hanno portati gli amici. Da quel giorno non cercavamo più un altro posto dove mangiare. Mentre stavamo ancora in spiaggia pensavamo alle delizie che ci aspettavano al pranzo. Non sono mai stata una "mangiona" e non avevo nessuna intenzione di meritarmi questo soprannome. Mi consolava il fato che il giorni delle vacanze in Croazia non sono tanti e ho continuato ad assaggiare ogni bendidio. La regola fondamentale: in vacanza non si rinuncia, bisogna godersela finche dura. Il cibo è la fonte di grandi soddisfazioni. Un mio amico dice che è meglio del sesso, tre volte al giorno si mangia e ad una certa età l'ordine delle priorità cambia. Continua a stupirmi quanto i giovani sono attaccati alla tavola e spesso si ricordano di un posto solo per i pasti che hanno consumato. Stesso vale anche per i non giovani, ma e meno grave considerando i piaceri che gli rimangono. Scusate per le mie divagazioni, non volevo dare lezioni a nessuno, solo mi sono accorta del tempo che passa. I dolci casalinghi che servivano al ristorante non erano tanti, ma uno era più buono del altro. Non mancavano nemmeno i dolci per i celiaci. Dopo che li ho provati tutti, ho scelto come migliore la torta con le noci e mele. Non era possibile avere la ricetta, ma considerando la mia lunga esperienza con i dolci ho deciso di fare la torta "a modo mio". Il risultato non era niente male, nessuna difficoltà di preparazione e grande soddisfazione di aver riprodotto la torta "vincitrice" della mia classifica personale. Per la pasta: - 6 uova - 6 cucchiai di zucchero - 3 cucchiai di farina - 150 g di noci tritate - 1 bustina di lievito per i dolci Sbattere bene i bianchi d'uovo con lo zucchero. Incorporare i rossi, uno per uno e poi la farina setacciata, le noci e la bustina di lievito. Cuocere a 175 gradi per 35-40 minuti, controllare il grado di cottura. Quando si raffredda tagliarla a metà. Per la farcia: - 250 ml di panna fresca montata con un cucchiaio di zucchero a velo - 200 g di ricotta lavorata con un cucchiaio di zucchero a velo - zucchero a velo - 3 mele grattugiate cotte Farcirla con le mele (anche i pezzettini di ananas sciroppato andrebbero bene) e coprirle con la crema di ricotta e panna. Lasciare da parte un po' di crema per spalmarla sulla torta. Avete mai provato a passare cinque giorni lontano dalla civiltà? Intendo, tagliati fuori dal mondo? Senza televisione e una misera tacca sul telefonino (che compare e scompare a proprio piacimento)? Di accesso a internet non ne parliamo. L'unica volta che ho acceso il portatile a tentare di collegarmi al collegamento di qualche vicino, niente, il vuoto assoluto. Che vi resta da fare in queste situazioni? La legna per l'inverno, giardinaggio, cucinare, dormire, parlare senza sosta e ascoltare tutti quelli che hai intorno oppure leggere. D'accordo, ci sarebbero anche altre attività. Comunque, dopo averle fatte quasi tutte sono rimasta a corto di idee e così sono passata dalla vicina che mi ha riempito le mani con le riviste di cucina dicendomi "tranquilla che avrai da leggere fino all'ora di cena". Purtroppo le sue previsioni non si sono rivelate esatte dato che ho finito in un paio di ore. In compenso ho capito due cose: a) nonostante tutti i miei sforzi di criticare la modernità, non so stare senza b) le ricette che richiedono l'uso di una pellicola trasparente sono completamente diverse da come appaiono in televisione Tra tante ricette visionate, ho scelto di fare una che, già da un po’ di tempo guardavo affascinata da Nigella Lawson, una specie di semifreddo, avvolto nella pellicola. Molto bello da vedere. Sia chiaro, non che il mio non sia bello, ma la fatica che si fa con la pellicola ti fa rimpiangere il momento in cui prendi in mano la leccarda e la pentola. Bando alle ciance, venite con me in cucina! Per potere realizzare questo dolce ai cereali vi serviranno: 150 ml acqua fredda 2 bustine di gelatina (24 grammi) 400 ml di panna liquida 200 ml di panna acida 125 gr yogurt frutta (come vi piace, io ho usato quello bio al mirtillo, Esselunga, il mio preferito) 100 gr zucchero 3 cucchiai miele 100 gr margarina 2 bustine vanillina 3 cucchiai cacao amaro (se volete un gusto più deciso aggiungete un altro) 100 gr cereali a vostro piacimento (io ho usato quelli di Vitalis con la frutta secca) Iniziate dalla base. Fate sciogliere a fuoco basso la margarina, miele, vanillina e cacao. Fate bollire. Togliete dal fuoco e aggiungete i vostri cereali. Mescolate. In uno stampo da plumcake, dopo avere prima inspirato ed espirato lentamente, mettete la pellicola sulla quale appoggerete la vostra base al cacao. Mettete in frigorifero per circa trenta minuti in modo da far solidificare la margarina. Ora, procedete con la crema. In un altro pentolino mettete l'acqua fredda con la gelatina. Portate ad ebollizione. Aggiungete lo zucchero, panna dolce e quella acida. Fate bollire mescolando continuamente. Fate raffreddare un po’. Poi versate sulla vostra base e mettete in frigorifero. L'aggiunta dello yogurt è una mia creazione (messo quando la crema era tiepida). Più la crema si raffredda e più si sente il retrogusto di panna acida, piacevole, ma non essendo una grande amante di panna ho pensato di togliere la dolcezza con dello yogurt al mirtillo che sta bene, lascia il sapore della panna acida ma da un tocco di freschezza estiva. Togliete dalla pellicola, tagliate a fette e se volete fate come Nigella Lawson, fate sciogliere della cioccolata in un pentolino con un po’ di acqua (per dare la lucentezza) e versate sopra prima di servire. Consigliato vino della sorta moscato e mi raccomando, mentre preparate assaggiate sempre! Poco tempo fa ho finito la dieta in cui ho perso tre chili e sono arrivata al mio peso forma. Dicono che le cose non accadono mai per caso, così, un giorno mentre stavo da un'amica a bere un caffè si apre un dibattito sulla corretta alimentazione. Mi confida di essere andata da un medico e di avere delle fotocopie sul regime alimentare per il gruppo sanguigno A/B. Conoscete quella filosofia dei psicanalisti sul fatto che si attirano persone simili? Pare ci sia qualcosa di vero dato che entrambe abbiamo lo stesso sangue. Dopo avere attentamente letto tutto il materiale, ho deciso di iniziare questo regime alimentare e i risultati si stanno rivelando a dir poco sorprendenti, non credo di avere mai avuto così tanta energia come negli ultimi tempi. Purtroppo per me, grande dipendente di dolci di tutti i tipi, per il gruppo A/B risultano dannosi! Quindi, nel nome della salute e benessere, ho rinunciato, quasi.
Questa ricetta nasce da questa mia esigenza di rispettare alcuni tipi di alimenti, a me benefici, almeno, così dicono gli intenditori. Ho trasgredito per i biscotti ma il resto è tutto da manuale. Il risultato? Divino! Un dolce semplice e veloce da realizzare, originale (come del resto risultano le persone del mio gruppo sanguigno), dal gusto raffinato. Meglio da preparare un giorno prima. Ora, seguitemi in cucina! Gli ingredienti che vi serviranno sono: Per la base: - 207 g biscotti novellini (io ho usato Campiello) - 67 g burro - 4 cucchiaini cannella - 1 cucchiaino miele Per la crema: - 500 g ricotta - 3 cucchiai e mezzo zucchero velo vanigliato - 2 pompelmi rosa - 6 fogli colla pesce - 1 cucchiaio zucchero canna - 2 albumi - un pizzico di sale Riducete in polvere i biscotti lasciando alcuni pezzi più grossi, unite la cannella ed il burro che precedente avete sciolto con il miele. Prendete uno stampo a cerniera (non troppo grande) nel quale avete messo la carta forno (è più igienico). Mettete i biscotti e premete bene fino a rendere il tutto molto omogeneo (io ho usato il metodo di chef Ramsey, utilizzando lo schiaccia patate). Mettete in frigorifero per un'oretta circa (anche di meno se siete di fretta). Spremete i pompelmi mettendoli in un pentolino insieme allo zucchero di canna e colla di pesce che avete tenuto in acqua fredda per dieci minuti e strizzato. Scaldate senza far bollire, il tempo che la colla si sciolga. Mettete da parte. In una ciotola di vetro (si monta più velocemente) con un pizzico di sale, montate bene gli albumi. In un'altra ciotola capiente frullate velocemente la ricotta con lo zucchero e aggiungete il succo di pompelmo filtrato (così non vi rimangono i semini). Mettete la crema sulla base dei biscotti, lasciate riposare per almeno tre ore nel vostro frigorifero e buon appetito! Ho tanta voglia di fare i dolci quando fuori nevica o piove. In queste occasioni preparo i dolci tradizionali perché ho bisogno di riscaldare il cuore. Accendendo il forno ho riscaldato anche la casa, ma quello che in una giornata piovosa mi ha riscaldato dentro era il profumo di pita di mele. I dolci di mele sono i miei preferiti e sono anche le specialità di mia madre. Adesso è tutto chiaro e tutto mi ricorda il famoso testo di Marcel Proust che descrive la sensazione di Swan che beve il tè e assaggia "les petites madeleines". "Un delizioso piacere m'aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m'aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita… non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m'era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della maddelena." Se non vi ricordate chi le preparava, velo dirò; la zia Leonia. Esattamente cosi sentivo anch'io mentre sorseggiavo il caffè e mangiavo la pita di mele ancora calda insieme alla mia amica che è venuta a trovarmi. Subito mi ha chiesto la ricetta e io la voglio condividere con voi. Ingredienti per la pasta: - 250 g di burro o margarina - 500 g di farina - 2 rossi d'uovo - 4 cucchiai di zucchero - 2 cucchiai di latte - 1/2 bustina di lievito per i dolci - un pizzico di sale - scorza grattugiata di limone (facoltativo) Setacciate la farina sulla spianatoia; mettetevi in centro il burro ammorbidito a temperatura ambiente, 2 rossi d'uovo, scorza di limone, sale, lievito ed il latte nel quale avete sciolto lo zucchero. Lavorate la pasta finché non sarà lisca ed elastica. Fatene una palla e lasciatela riposare per 30 minuti nella parte meno fredda del frigorifero. Trascorso questo tempo, riprendetela e dividetela a metà. Stendete la pasta con il matterello formando una sfoglia sottile, grandezza della teglia (20x34) che userete per fare la pita. Mettetela nella teglia, imburrata e infarinata e bucherellata con una forchetta. Ripieno di mele: - 1-1,5 kg di mele - 2 cucchiai di zucchero (anche di più se le mele sono aspre) - 2 cucchiai di pangrattato - 2 bianchi d'uovo + 2 cucchiai di zucchero - 1 cucchiaio di cannella - 1 cucchiaio d'uvetta (facoltativo) - 1 cucchiaio di semolino o di pangrattato (sotto il ripieno) Lavate, sbucciate e grattugiate le mele a fori grossi, non dalla parte dove grattugiate il parmigiano, mi raccomando. Aggiungete lo zucchero, la cannella, il pangrattato e l'uvetta. Sbattete i bianchi d'uovo con lo zucchero a neve ferma e delicatamente incorporate alle mele. Ripieno è pronto. Prima di mettere il ripieno sulla pasta cospargetelo con semolino o pangrattato. Stendete l'altra metà della pasta e coprite le mele. Bucherellatela con la forchetta e bagnatela con un po' di latte, per lucidarla. Infornate la pita a 200 gradi per circa 40 minuti. Il forno, naturalmente, deve essere riscaldato. Mentre aspettavo che il dolce sia cotto, mi sono collegata con forex di cui ultimamente ho sentito parlare tanto. Non è da femmine di occuparsi delle cose finanziarie, ma a me piace provare diverse cose e raccogliere varie esperienze. Sono ancora in fase di approfondimento sul fatto che cosa è il commercio delle valute e come si possono ottenere dei profitti usandolo. Sono sempre incredula quando sento parlarne dei soldi facili. Cerco di verificare da sola i presupposti e di rendermi un'idea mia. Forse nel prossimo post metto due righe su forex, nel senso come avevo capito io la cosa. Non so come vedete voi questa estate ma, nonostante siamo alla fine, io ho la sensazione che deve ancora arrivare. Più che estate mi sembra di essere in autunno, non di quelli belli, ma freschi, piovosi e di conseguenza umidi. Negli ultimi mesi l'unico assaggio di estate che abbia avuto risale ormai a giugno quando sono stata a Belgrado, il che era piacevole, anche se un po’ troppo umido e dato che ognuno di noi è sempre contraddittorio in qualche aspetto della propria personalità e vita, è successo questo: era un caldissimo venerdì pomeriggio e dato che c'erano i mondiali di calcio e quel giorno giocava l'Italia ho deciso di vedere la partita, non perché io sia particolarmente interessata, ma così, per una questione di nazionalismo, che poi, non è che io ne abbia molto. Comunque, nonostante ho sempre amato cucinare, da un anno a questa parte ho perso l'interesse, sia per le pentole che per i supermercati, di solito mi nutro da mia madre e visto che sono lì, prendo un sacchetto apro il suo frigo e diciamo che faccio una spesa alternativa. A Belgrado la situazione era cambiata. Era bella la sensazione di avere tutto sconosciuto intorno, una sorta di illusorio nuovo inizio e così ho iniziato a chiacchierare con tutti i commercianti della zona. In poco tempo avevo scoperto dove trovare gli alimenti migliori. Tornando a quel venerdì pomeriggio, ho deciso di preparare un piatto vegetariano mai tentato prima. Non che avevo una grande voglia di farlo ma non potevo nutrirmi quotidianamente nei chioschi agli angoli delle strade. Così, ho preparato il tutto e acceso il forno. Tenete conto che fuori c'erano tipo 37 gradi e alla umidità percepita era meglio non pensarci. Un ulteriore problema: non avendo mai avuto l'aria condizionata continuavo a spegnere e riaccendere perché c'era sempre qualcosa che non mi andava bene. Alla fine mi sono seduta sulla poltrona a mangiare, ho guardato la partita abbassando il volume, che importa sentire la cronaca quando non capisci niente? Io ho scelto la musica del blu note in sottofondo, molto più figo. Credo che quello sia stato l'ultimo giorno in cui ho avuto caldo. Ora siamo alla fine di questo bizzarro agosto e devo confessarvi che ho già indossato la canottiera e dormo con la coperta di lana. La mia voglia di cucinare non è che sia aumentata, il mio desiderio di caldo si però. Ho deciso di accendere il forno, scaldarmi e prepararmi qualcosa di buono da mangiare. Preferendo il dolce al salato, ho scelto il dolce ovviamente. Volete conoscere la ricetta? Seguitemi in cucina. Per preparare questa torta vi serviranno i seguenti ingredienti: - 300 gr di farina - 100 gr di zucchero (io ho usato Zefiro, quello altamente solubile) - 50 gr di miele - 3 uova - 150 gr di burro - 200 gr di yogurt al limone - 200 gr di cioccolato bianco - 1 bustina di lievito per i dolci - 1 fialetta di vaniglia (o la bacca se preferite) In una ciotola frullate bene fino ad ottenere una densa spuma le uova con lo zucchero e il miele. Aggiungete poi il burro fuso e lo yogurt. Alla fine setacciate la farina (così diventa più digeribile) aggiungetela al composto e mettete anche il lievito. A parte, tagliate con un coltello la cioccolata e amalgamate il tutto con un cucchiaio di legno. Prendete una teglia in alluminio, ricopritela di carta forno e versateci dentro il composto. Infornate nel forno caldo, precedentemente riscaldato a 180 gradi per 25 minuti. Alla fine date una botta di calore solo nella parte inferiore della teglia per altri cinque minuti. Prima di sfornare, per sicurezza, al centro del dolce infilate uno stuzzicadenti. Se risulta pulito, significa che la cottura è riuscita. Dimenticavo, buon appetito! |
AutoreLa passione per la cucina ho da piccola. Sempre stavo vicino alla mia madre ad aiutarla a preparare il cibo. Con gli anni il mio vero amore culinario sono diventati i dolci. Archivi
August 2022
|